Marettimo: isola sacra per gli antichi che la chiamavano Hierà Nésos, Gazìrat Malìtimah per gli arabi mentre per lo storico inglese William Butler quel puntino del Mediterraneo coincide con l'omerica Itaca, terra di partenze ed eterni ritorni.
Marettimo, effettivamente, è molte cose diverse, ma una, senza dubbio, più di tutte le altre: un paradiso sommerso quasi incontaminato.
Già, perché se l'anima più aspra dell’isola si cela tra i suoi sentieri, quella dolce si trova proprio sotto il livello del mare dove, tra sabbia e roccia, grandi scogli e cigliate si alternano ospitando ogni tipologia di ecosistema mediterraneo: un vero e proprio inno alla bellezza del mare.
Ma i fondali di Marettimo non finiscono ancora di stupire!
Essi infatti preservano nel loro grembo un fenomeno che, al momento, è riconosciuto, nelle stesse proporzioni, solo nelle atlantiche Azzorre: l’aggregazione delle Aquile di mare.
Desirée Grancagnolo, esperta biologa marina italiana, me ne aveva parlato lo scorso anno durante la mia permanenza sull’isola ma le avverse condizioni meteorologiche non ci avevano consentito di immergerci a Cala Martina per apprezzare, de visu, cosa succede proprio nello specchio acqueo antistante l’ingresso della famosa grotta della Cattedrale.
Ci ha pensato quest’anno Fabio Tedone, titolare del Marettimo Diving Center, a colmare il mio gap di conoscenza e lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi in due distinte immersioni cerco di sintetizzarlo, immeritatamente, attraverso i miei scatti.
V’è di più.
Il fenomeno è l'unico attualmente riportato in letteratura scientifica per il Mediterraneo da quando è stato segnalato, proprio dalla mia amica Desiréè, nel settembre 2020 dopo aver individuato una trentina di esemplari aggregati appena fuori dalla Cattedrale.
Segnalazione rivelatasi propizia per l’inglese Blumarine Fondation che, nell’ambito delle proprie attività, ha finanziato un apposito progetto attualmente condotto dall’Università di Palermo e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn.
Pur non essendo ancora noti i dettagli della ricerca, peraltro in corso, è ormai consolidata la circostanza secondo cui le Aquile, in quel sito, si riproducono e ad esso rimangono fidelizzati per motivi specifici: clean station ed alimentazione per esempio.
Si tratta ora di caratterizzare l'aggregazione ed approfondire le indagini sul comportamento di quegli animali rispetto alle attività umane come la pesca, la nautica da diporto ed il turismo subacqueo individuando, nel contempo, la best pratice comportamentale.
Buon lavoro ai ricercatori